LA COMUNICAZIONE NON VERBALE

La Comunicazione Non verbale indica tutto quello che si trasmette attraverso il linguaggio del corpo: la postura, i movimenti, la posizione occupata nello spazio rispetto l’interlocutore, ma anche il proprio modo di vestire.

La comunicazione non verbale è un aspetto importante dell’interazione umana, che spesso viene trascurato o sottovalutato e che può influire sulla percezione degli altri e sulla risposta alle nostre parole e azioni.

Questo tipo di comunicazione comprende:

Espressione Facciali

Attraverso la mimica del viso (movimento delle sopracciglia, labbra, dei muscoli facciali, ecc.) è possibile conoscere lo stato d’animo delle persone.
Il contatto visivo è il primo contatto che stabiliamo con gli altri.

Gesti
Quando si usano le mani, le gambe e le braccia per gesticolare, si esprimono sentimenti e atteggiamenti.

Le espressioni facciali sono un potente strumento di comunicazione non verbale che trasmette una vasta gamma di informazioni.

  • Comunicazione delle emozioni: Le espressioni facciali sono uno dei modi primari attraverso cui esprimiamo e riconosciamo le emozioni. Il nostro viso può trasmettere gioia, tristezza, rabbia, sorpresa, disgusto e paura, tra molti altri stati emotivi. Le espressioni facciali sono universali fino a un certo punto e possono essere riconosciute e comprese in tutto il mondo. Questa capacità di comunicare le emozioni attraverso il volto permette agli altri di comprendere il nostro stato emotivo e di rispondere di conseguenza.
  • Esprimere l’interesse e l’attenzione: Le espressioni facciali, come il sorriso o le sopracciglia sollevate, possono indicare interesse e attenzione verso l’altra persona o la situazione. Queste espressioni possono incoraggiare la comunicazione e trasmettere il nostro coinvolgimento emotivo nella conversazione.
  • Comunicazione sociale: Le espressioni facciali svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione e nell’adattamento delle interazioni sociali. Un esempio classico è il sorriso, che può indicare apertura, cordialità e desiderio di connessione sociale. Le espressioni facciali possono aiutare a creare un clima emotivo positivo e a stabilire rapporti di fiducia e comprensione reciproca.

Impatto sulla comunicazione verbale: Le espressioni facciali possono anche influenzare l’interpretazione delle parole pronunciate. Ad esempio, un’espressione di disgusto o di sorpresa può cambiare il modo in cui percepiamo un messaggio verbale. Le espressioni facciali possono aggiungere enfasi, ironia o sarcasmo alle parole, migliorando la comprensione generale della comunicazione.

Postura

La postura è un elemento chiave della comunicazione non verbale ed è uno dei modi principali attraverso cui esprimiamo noi stessi e comunichiamo con gli altri.

Relazioni interpersonali: La postura può anche influenzare le dinamiche relazionali. Ad esempio, una postura aperta e orientata verso l’altra persona può indicare interesse e disponibilità nella comunicazione. D’altra parte, una postura chiusa, con braccia incrociate o gambe incrociate, può indicare difesa, distanza o disinteresse.

Impressioni e giudizi: La postura può contribuire a formare impressioni e giudizi sugli altri. Le persone spesso fanno inferenze sulla personalità, sulla competenza o sullo stato emotivo di qualcuno basandosi sulla sua postura. Una postura eretta e sicura può influenzare positivamente le prime impressioni e la percezione di fiducia e competenza.

 

Prossemica

Il termine “prossemica” è stato coniato dallo psicologo ambientale Edward T. Hall negli anni ’60 e si riferisce allo studio dell’uso e della percezione dello spazio personale e sociale durante l’interazione umana. La prossemica esplora come le persone utilizzano lo spazio e la distanza fisica per comunicare, sia consapevolmente che inconsciamente.

La prossemica può essere suddivisa in quattro categorie principali di spazio interpersonale:

 

  1. Spazio intimo: è la distanza più ravvicinata, di solito da zero a 45 centimetri, che viene mantenuta con persone molto vicine, come familiari o partner intimi. In questa zona, l’interazione è caratterizzata da contatto fisico diretto o vicinanza fisica.
  2. Spazio personale: si estende da circa 45 centimetri a 1,2 metri ed è tipico delle interazioni con amici, colleghi o conoscenti. È una distanza che consente una comunicazione più informale, come una conversazione faccia a faccia.
  3. Spazio sociale: va da circa 1,2 a 3,7 metri ed è solitamente mantenuto in situazioni formali o professionali, come in un’aula o in un ufficio. In questa zona, le interazioni sono più distanziate e formali, con meno contatto fisico.4. Spazio pubblico: è la distanza superiore a 3,7 metri ed è tipica di ambienti pubblici come sale conferenze o teatri. In questo spazio, l’interazione è più impersonale e distante, spesso richiedendo l’uso di strumenti di amplificazione come microfoni.
    La prossemica varia anche culturalmente, poiché le diverse culture hanno norme e aspettative diverse riguardo allo spazio personale e alla distanza tra le persone durante l’interazione.

La consapevolezza e la comprensione della prossemica possono aiutare a interpretare i segnali non verbali, a comprendere le dinamiche relazionali e a migliorare la comunicazione interpersonale.

È importante notare che l’interpretazione della prossemica dovrebbe sempre considerare il contesto culturale specifico e tenere conto delle preferenze individuali.

Bibliografia

Paul Watzlawick, Janet H. Beavin, Don D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, Casa Editrice Astrolabio, 1971

Marshall B. Rosenberg, Le parole sono finestre oppure muri, Edizioni Esserci, 2003

Enrichetta Spalletta, Flavia Germano, Microcounseling e Microcoaching,Collana di Edoardo Giusti, 2015

Enrica Martoglia

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